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Disturbi del sonno e occhio - Dott. Enrico Mantovani

Il sonno è un tempo essenziale di riposo e ringiovanimento cellulare, di cui ne beneficiano la mente ed il corpo in molti modi. Un adeguato e qualitativamente valido sonno è biologicamente imperativo ed appare necessario per sostenere la vita.

Tra le  conseguenze fisiologiche conseguenti ai disturbi del sonno, tra cui patologie mediche o psichiatriche e peggioramento cognitivo e comportamentale, ci sono importanti associazioni tra problemi sistemici, oftalmologici e disordini del sonno.



Le associazioni tra disordini del sonno e le alterazioni oftalmologiche sono numerose:

-          Glaucoma

-          Otticopatia ischemica anteriore non artritica

-          Lagoftalmo notturno

-          Lassità palpebrale (Fes-Lax)

-          Papilledema

-          Cecitò associata a disordini del ritmo cicardiano

-          Complicazioni oculari associate a CPAP

 

 

Associazione tra la sindrome da apnea del sonno ostruttiva (osas) e glaucoma a bassa tensione

Nei soggetti affetti da sindrome da apnea del sonno ostruttiva sono stati riscontrati: alta incidenza del deficit del campo visivo da moderato a grave;  riduzione degli strati di fibre nervose perineurali correlato alla gravità della sindrome da apnea del sonno ostruttiva;  tono oculare, modifiche del disco ottico glaucomatoso e la diagnosi di glaucoma si correlano con il RDI (respiratory disturbante index).

Meccanismi fisiopatologici: ipossiemia notturna, induzione di alterazioni del tessuto elastico del trasecolato filtrante o nella testa nel nervo ottico,  anomala pressione della palpebra sul bulbo

Numerosi pazienti affetti da sindrome da apnea del sonno ostruttiva (osas) vengono trattati per glaucoma ad angolo aperto (fino al 20%) , che, se non trattato, danneggia il campo visivo in modo irreversibile e asintomatico per danno al nervo ottico.  Tali pazienti affetti da glaucoma, non riferiscono all’oculista i disturbi del sonno di cui soffrono , ma spesso non viene loro chiesto se presentino disturbi del sonno.

Appare ragionevole raccomandare che tutti i pazienti con diagnosi di disturbo significativo del sonno siano sottoposti a visita oculistica per lo screening del glaucoma; in soggetti affetti da glaucoma il medico deve considerare la possibile presenza di OSAS; se si presentino altri sintomi correlati alla sindrome da apnea del sonno ostruttiva,  il paziente deve essere inviato per una polisonnografia.

 

Associazione tra sindrome da apnea del sonno ostruttiva e otticopatia ischemica anteriore (aion)

L’otticopatia ischemica anteriore è la causa più comune di neuropatia ottica acuta nei gruppi di età superiore ai 50 anni, sia non arteritica sia arteritica (associata all’arterite di Horton) . È caratterizzata da perdita visiva in genere acuta e non dolorosa; difetto pupillare afferente relativo o assoluto e deficit del campo visivo importante; edema del disco ottico in genere pallido.

La perdita visiva è di solito permanente, non esiste terapia possibile, a meno di prevenzione e cura dei fattori di rischio.

La forma non artritica è spesso associata con condizioni cardiovascolari rilevanti, che possono essere associate ad OSAS, come ipertensione, diabete, infarto miocardico.

La patogenesi associata non è ben nota, ma si presenta con occlusioni micro vascolari, ridotto flusso sanguigno nella microvasculatura periottica congesta, sindrome di compartimentazione del disco ottico, ipotensione notturna sistemica, ipossia notturna in associazione con OSAS.

 

Associazione tra osas e papilledema (ipertensione endocranica)

Il papilledema è un gonfiore bilaterale del disco ottico, conseguente ad un aumento della pressione liquorale endocranica (ICP).  Con l’andare del tempo, intervengono sintomi generali, quali cefalea, nausea, acufeni, vomito oppure sintomi visivi: offuscamento, perdita di campo visivo, danno visivo permanente.

Nei pazienti con OSAS, il papilledema è correlato  all’aumento di anidride carbonica nel sangue, chiamato ipercapnia transitoria.

 

Associazione tra osas e alterazioni palpebrali

Recenti acquisizioni concludono che la lassità palpebrale dipende da alcuni fattori: indice di massa corporea; posizione del sonno, disordine nelle fibre elastiche e interessamento dell’elastina di tarso e palato. Ciò porta a lagoftalmo, cioè incompleta chiusura delle palpebre;  floppy eyelid sydrome, in presenza di palpebra superiore lassa con facile eversione all’elevazione della palpebra;  lax eyelid syndrome, iperlassità della palpebra superiore .

 

In conclusione, è fondamentale ricordare come i disturbi del sonno influenzino anche la funzione extracerebrale, e viceversa, le situazioni cui il nostro corpo va incontro influenzano il sonno.

Quando coesistano problemi, è fondamentale correggere gli stili di vita, la posizione corporea durante il sonno e rispettare quanto il nostro corpo indichi come necessità di adeguato recupero con il sonno.

L’approccio ad ogni problema deve essere prima medico, psicologico poi chirurgico e in molti casi interdisciplinare.

Fondamentale è la tempestività nell’affrontare questi disordini, rivolgendosi a centri specializzati che possano affrontare il problema in modo multidisciplinare.

 

Credits: Dott. Enrico Mantovani

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